mercoledì 29 ottobre 2008

Pietro Calamandrei: difesa della Scuola Pubblica.


Pubblico questo discorso di Piero Calamandrei (Firenze 1889-1956, giurista, giornalista, politico antifascista, docente universitario).

Mi è stato inviato via mail e penso che ci fosse celata anche una preghiera a pubblicarla...magari può servire per far riflettere sulle mire che ha il governo...cioè dove intende portare la scuola pubblica!!

Di mio non intendo aggiungere altro...so soltanto che domani andrò a scioperare, cioè non andrò a scuola per protestare contro un atto sordo alle proteste....il taglio dei posti di lavoro (fatti da colui che nella campagna elettorale delle vecchie elezioni prometteva 1.000.000 di posti di lavoro) è infatti il male minore che vedo in questa situazione! La sordità è la cosa più grave!!! In compenso subirò una detrazione di 70 euro circa dallo stipendio...moltiplica questa cifra per tutti gli altri operatori scolastici che sciopereranno...vedi che gran sgarbo che andiamo a fare!!!!

Leggetevi ciò che diceva quest' "asino" (tanto per citare Mario Giordano, seriiiiiissimo direttore de Il Giornale): penso che sia più moderno che mai...in effetti siamo invischiati nei corsi e ricorsi storico-umani. Dopo tutto ciò non mi resta che salutarvi più amareggiato che mai..DanieleMB!!

P.S....dovevo restare chiuso per lutto, ma non ce l'ho fatta!



Piero Calamandrei - discorso pronunciato al III Congresso in difesa della Scuola nazionale a Roma l'11 febbraio 1950

Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro. La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà, cioè nella scuola di partito.

Come si fa a istituire in un paese la scuola di partito? Si può fare in due modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato: la scuola privata non è più permessa, ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte le scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di partito. Ma c'è un'altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime... Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico".

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Bene!! Come si evince da questo articolo la storia è sempre la stessa ed è proprio per questo che dovremmo imparare da ciò che è accaduto in passato.. Non sottovalutiamo questa non-riforma.. e sopratutto non sottovalutiamo l'ostinazione del Governo a snobbare le proteste che stanno travolgendo tutta l'Italia!! Oggi a Roma un milione di persone hanno protestato...sommatele a studenti genitori e insegnanti che hanno scioperato in tutto il resto di italia.. questa è una vera e propria rivolta di gran parte del Paese!! Il Governo non può continuare a non ascoltarci!!!

Anonimo ha detto...

Se il referendum non si dovesse fare...che parole dobbiamo utilizzare per risanare le ferite e le delusioni di tutti questi ragazzi che giustamente credono di stare in un Paese Democratico?

Anonimo ha detto...

Non concordo completamente con te ma nemmeno completamente con la Germini.
Tu vedi un'utilità nella terna delle maestre per classi?
Sei mai stato dentro un modulo della scuola Primaria a lavorare?
Ti faccio allora un esempio.
3 maestre in classe + 3 insegnanti di sostegno + un addetto comunale.
Totale 7 persone in una classe che forse conta 12 fanciulli/e.
Mi sembra che si sia esagerato!
Per il quanto riguarda i collaboratori scolastici pensi davvero che sia un danno alla Scuola razionalizzare la loro presenza e i loro compiti?
Non credo.
E degli Istituti Professionali che svolgono la stessa azione formativa dei Corsi di Formazione Professionali regionali, che dici dobbiamo tenerli ancora aperti, oppure dobbiamo razionalizzare la loro presenza sul territorio?
Credo che la legge Germini su questi aspetti che ho cercato di dire, non abbia tutti i torti.
Certo alcune cose non sono condivisibili, ma è giusto dire sempre ciò che si pensa in piena libertà ed autonomia.